martedì 15 novembre 2011

Premiata Ditta Goldman Sachs



I'm a banker doing God's work
Lloyd Blankfein, 8 novembre 2009


Il potere non concede nulla senza che sia preteso. Non lo ha mai fatto e non lo farà mai. Si scopra semplicemente quel che il popolo accetterà di subire e si scoprirà l’esatta quantità di ingiustizia e di malefatte che gli sarà imposta; e ciò continuerà fino a quando non vi sarà opposta resistenza con le parole o con i fatti, o con entrambi. I limiti dei tiranni sono quelli stabiliti dalla sopportazione di coloro che essi opprimono.
Frederick Douglass, 1857

La banca d’affari Goldman Sachs è stata il maggiore finanziatore della campagna elettorale di Barack H. Obama, dopo l’Università della California (che include una giga-colletta tra i suoi quasi 200mila dipendenti), con poco meno di 1 milione di dollari di contributi:

È possibile restare insensibili ed imparziali di fronte ad una cifra del genere? No.
Questa è una lista dei membri dell’amministrazione Obama che hanno avuto legami con la Goldman Sachs:
Un’analisi dettagliata di come la presidenza Obama è stata presa in ostaggio da G-S - Fonte: Matt Taibbi, “Rolling Stones” (originale inglese non più reperibile sul sito del Rolling Stones, qui un estratto: http://www.huffingtonpost.com/edward-harrison/matt-taibbi-on-obamas-big_b_388594.html)

In Europa non siamo messi meglio. Nel giro di pochi giorni gli eurocrati hanno sostituito due primi ministri democraticamente eletti e collocato al loro posto due loro uomini, un ex commissario europeo già impiegato dalla Goldman Sachs (e dalla Coca Cola) e un ex vicepresidente della BCE, anche lui con un passato alla Goldman Sachs. Arriva il rilievo di nientedimeno che Le Monde:
“Che cosa hanno in comune Mario Draghi, Mario Monti e Lucas Papademos? Il nuovo presidente della Banca Centrale Europea, il presidente designato del Consiglio italiano e il nuovo Primo Ministro greco appartengono a livelli diversi del "governo Sachs" europeo. La banca di affari americana ha tessuto in Europa una rete di influenza che si è sedimentata da molto tempo grazie a una stretta tessitura, sconosciuta al grande pubblico. Per avere una collaborazione completa, ci vuole una gerarchia. Il primo della lista è sicuramente Mario Draghi, vicepresidente di Goldman Sachs per l'Europa tra il 2002 e il 2005. Diventato associato, venne incaricato delle "imprese e dei paesi sovrani." A questo titolo, una delle sue missioni fu quella di vendere i prodotti finanziari "swap", consentendo di dissimulare parte del debito sovrano che permise di truccare i conti greci. Poi viene Mario Monti, consigliere internazionale dal 2005. In terza posizione troviamo Lucas Papademos, che è appena stato nominato Primo Ministro della Grecia e fu governatore della Banca Centrale ellenica tra il 1994 e il 2002, dove partecipò all’operazione di falsificazione dei conti perpetrata da GS. Il gestore del debito greco è un certo Petros Christodoulos, un ex trader della compagnia. Due altri pesi massimi hanno le carte in regola per la defenestrazione dell'euro, Otmar Issing, ex presidente di Bundesbank, e Jim O'Neill, l'inventore del concetto dei BRICS, l'acronimo che designa i mercati emergenti a forte potenziale di crescita (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa). Ex presidente di Goldman Sachs International di cui è rimasto uno degli amministratori, l'irlandese Peter Sutherland ha giocato un ruolo chiave nel salvataggio dell'Irlanda [delle banche irlandesi, NdR]. Infine, Paul Deighton che ha trascorso ventidue anni da Goldman Sachs, è direttore generale del comitato organizzatore delle Olimpiadi di Londra nel 2012. È il fanalino di coda, perché tutti sanno che lo sport, come l'amicizia, è fuori concorso. Ma, al di là delle apparenze, la rete di influenza che aveva ben costruito il suo potere ha perso efficacia durante la tormenta politica finanziaria del 2008. Infatti, le vecchie complicità, scambiate dagli esperti banchieri centrali che tenevano le fila, si sono rivelate meno utili quando i politici sono diventati coscienti dell'impopolarità goduta dai professionisti della finanza, ritenuti responsabili della crisi. Mentre prima Goldman Sachs poteva facilmente esercitare il proprio tornaconto, una serie di accadimenti - la Grecia, la speculazione contro l'euro, lo scandalo Abacus nel quale è stato coinvolto il goldmaniano francese Fabrizio Tourre - gli hanno messo contro l’opinione pubblica. La rubrica telefonica è utile, ma non è più sufficiente in un pianeta finanziario complesso e tecnico, di fronte a una nuova generazione di industriali meno plasmati dal rispetto per l'establishment. I padroni europei partiti alla conquista dal mondo si sono emancipati dai crociati dell'alta finanza stile Goldman Sachs. Le richieste di valorizzazione delle azioni, le esigenze di trasparenza dei conti e l’obbligo dell'espansione all'estero hanno smussato l’"effetto rete". Infine, diventati più esigenti sulla qualità e l'indipendenza del mestiere di consulente, i clienti europei, ma non solo, pretendono ora il rispetto di un minimo di etica. È qui arrivano i problemi per Goldman Sachs. Perché la banca ama posizionare i propri uomini senza mai lasciar cadere la propria maschera. Questo perché i suoi incaricati, sempre ligi, nascondono questa affiliazione quando concedono un'intervista o sono in missione ufficiale (come fu il caso di Monti, che nel 2010 si vide incaricare di uno studio sul mercato unico europeo dal presidente della Commissione, José Manuel Barroso). Mario Draghi ha dichiarato che, essendo entrato in funzione nel 2002, non ha avuto niente a che fare col trucco dei conti greci orchestrato due anni prima dalla banca. Aveva dato le dimissioni nel 2005, l’anno precedente alla vendita degli swap di Goldman Sachs alla Banca Nazionale della Grecia, la prima banca commerciale del paese, diretta da un vecchio goldmaniano, Petros Christodoulos, oggi responsabile dell'organismo che gestisce il debito greco”.
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

L’articolo di Le Monde è una mezza denuncia ed una mezza difesa. Di fronte all’evidenza dei fatti, non potendola negare, si suggerisce che in fondo l’influenza di Goldman Sachs non è più così marcata. Adriano Sofri ha compiuto la stessa operazione sulla Repubblica (in buona fede? In mala fede?). Pare che i lettori di Le Monde non abbiano comunque abboccato. Consiglio di dare un’occhiata al tenore pressoché unanime dei loro commenti: rabbia, frustrazione, oltraggio, desiderio di vendetta e di giustizia:

Tira una brutta aria per i cosiddetti “padroni dell’universo”:
“I «padroni dell'universo». Un soprannome modesto per gli uomini di punta di Goldman Sachs (GS). Una banca d'affari con 142 anni di vita, più volte sull'orlo del baratro, da sempre creatrice di conflitti di interesse terrificanti, da far impallidire - per dimensione e pervasività - quelli berlusconiani. Famosa per «prestare» i propri uomini alle istituzioni…È la banca che ha inventato (subito copiata dalle altre) i prodotti derivati, quei 600mila miliardi di dollari virtuali che stanno strangolando il mondo. Che ha aiutato i conservatori greci a nascondere lo stato reale dei conti pubblici davanti alla Ue. Che ha mandato l'amministratore delegato Henry Paulson, nel 2006, a fare il ministro del tesoro di Bush figlio. Dopo il crack di Lehmann Brothers inventò il piano Tarp: 700 miliardi di dollari statali per salvare le banche private anche a costo di far esplodere il debito pubblico Usa. GS riuscì in quel caso a intascare buona parte dei 180 miliardi destinati al salvataggio di Aig, gruppo assicurativo”.

“Lucas Papademos, è diventato nel 1994 governatore della Banca centrale di Grecia, incarico retto fino al 2002: ha guidato l'ingresso della dracma nell’euro, avvenuto tra la fine del 2001 e l'inizio del nuovo anno, quando il governo greco e la Goldman Sachs stipularono un accordo che finanziava la sanità greca con derivati che occultarono di fatto, in un sol colpo, debiti passati, contemporanei e perdite nei forecast futuri. Nessuno li chiamò con questo nome, debiti, e si parlò solo poi di conti dello Stato truccati. Ne avrà saputo nulla di tutto questo il governatore della Banca di Grecia al settimo anno di incarico? Viene male solo a fare della ironia. Ma non è finita. Anzi arriva il bello. Tra il 2001 e il 2002, quando il colpo alla Grecia e all'Europa, con il debito greco truccato, è stato assestato, si verifica un bel tourbillon. Papademos dalla Banca di Grecia passa alla vice-presidenza della Banca centrale europea (Bce), sotto Jean-Claude Trichet. Quindi,  proprio dopo aver chiuso l'operazione, ne diventa il controllore. Chi viene scelto per gestire il dopo-accordo con il governo greco? Alla Goldìman Sachs va Draghi, poi Governatore della Banca d'Italia. Sembrano le frecce tricolari, piroetta, doppia capriola e all'inizio di novembre 2011 si ritrovano insieme ad essere di nuovo promossi: Mario Draghi presidente della Bce, Papademos capo del governo greco. Insomma alla Bce l'uomo che garantì la potente merchant bank americana dopo gli accordi spericolati con la Grecia, al governo greco quello che per i greci avallò quei conti impropri. Sono gli uomini che dovrebbero tutelare i cittadini greci e rassicurarli sul futuro da gestire in loro nome e non secondo gli interessi della banche e degli oligopoli finanziari.
In Italia arriva Mario Monti, commissario europeo, liberista convinto, sacerdote dell'intangibilità dei mercati. Il rilievo accademico, scientifico e il suo percorso istituzionale è di spessore enorme. Inutile dilungarsi. Berlusconi lo fece fuori da commissario alla concorrenza nel pasticcio che produsse l'approdo e la ricusazione fulminea di Rocco Buttiglione. Ma le note relative alla sua formazione in ambito finanziario sono davvero illuminanti. Nel 2002 l'affaire governo greco e Goldman Sachs si compie. La merchant bank comincia a mettere in piedi, (con i profitti di quella grande speculazione, che ha creato dubbi, indagini e scandalo) la nuova strategia. E attacca con le sue manovre speculative il debito greco. Scandalo nello scandalo.  Certo, decisione del vertice assoluto della merchant bank in nome del Dio profitto. E chi è dal 2005, anno in cui parte la grande operazione internazionale contro la Grecia, l'International advisor per Goldman Sachs? Mario Monti, presidente del consiglio italiano in pectore . Non solo: conquista - oltre ad una carriera politico-istituzionale brillantissima che non stiamo a ripetere - il ruolo di presidente europeo della Commissione Trilaterale, il braccio armato del neoliberismo finanziario, voluta a suo tempo da Rockfeller. Poi è anche membro autorevole del Gruppo Bilderberg, un'elite politico finanziaria internazionale che, quando si riunisce, non lascia mai trapelare nulla e non produce nessuno scritto che possa chiarire per quale motivo eccellenti finanzieri, capi di stato, grand commis e teste coronate si siedano periodicamente attorno ad un tavolo”.

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