giovedì 24 novembre 2011

Climategate II - la farsa è finita, il re è nudo


La truffa del riscaldamento globale causato dall’uomo è finalmente giunta alla sua naturale conclusione: gli impostori sono stati finalmente smascherati, non prima però di aver causato al pianeta un esborso di ben 37mila miliardi di dollari in politiche pensate per contrastare i nostri effetti sul cambiamento climatico (minimi, rispetto a quelli ciclici). Dice bene uno dei farabutti: “Se ci sbagliassimo, ci ucciderebbero!”. In piena Seconda Depressione quei soldi potevano tornare molto utili a milioni di disoccupati.  

"Uh oh, global warming loons: here comes Climategate II!”

By James Delingpole November 22nd, 2011
Due anni dopo il primo climategate, un’altra serie di email conferma che gli “esperti” che difendono l’ipotesi del riscaldamento globale causato dall’uomo – i soliti noti: Michael Mann, Phil Jones, Ben Santer, Tom Wigley, Kevin Trenberth, Keith Briffa – sono dei ciarlatani che, pur sapendo che l’evidenza empirica delle asserzioni dell’IPCC [Intergovernmental Panel on Climate Change - Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico] non è per niente solida, continuano a mentire o raccontare molto selettivamente la verità.
Climategate 1 e 2 dimostrano che qui non stiamo più parlando di ricerca scientifica ma di ciarlataneria ed attivismo politico (e di terrorismo psicologico), per di più dai costi ingentissimi, sia in termini finanziari, sia in termini di aggiramento delle procedure democratiche e di possibili sollevazioni popolari (es. la sottrazione di terreni agricoli e il sacrificio di foreste per la produzione di biocarburanti).
Nell’articolo di cui sopra e su questo blog sono riportate una piccola parte delle email che stanno scatenando l’inferno:
Ne ho tradotte alcune al volo:
“Le osservazioni non mostrano alcun aumento delle temperature in tutta la troposfera tropicale a meno che non si accetti un singolo studio e si ignorino tutti gli altri. Questo è davvero pericoloso”
“Penso anch’io che la scienza sia manipolata a fini politici, il che potrebbe rivelarsi non particolarmente astuto nel lungo termine”
“sembra che poche persone impongano il loro punto di vista e, indipendentemente dai risultati del dibattito, prendano le grandi decisioni, all’ultimo momento, a nome di tutti”.
“Ci sono state diverse presentazioni ingannevoli dei risultati dei modelli da parte di certi autori e dell’IPCC”
“Il trucco potrebbe essere quello di stabilire quale sia il messaggio centrale e poi usarlo per decidere cosa includere e cosa escludere”
“Bisogna convincere i lettori che c’è stato un effettivo incremento della conoscenza, maggiore evidenza empirica. Qual è?”
“È vitale che nell’IPCC si introducano solo persone che conosciamo e di cui ci fidiamo”
“Ho notato che la questione del raffreddamento globale è diventata un problema di relazioni pubbliche con i media”
“Sono d’accordo che sia meglio usare l’espressione cambiamento climatico rispetto a riscaldamento globale”
“E se vien fuori che il cambiamento climatico è principalmente una fluttuazione naturale su base multi-decennale? Probabilmente ci uccideranno”
“Mi pare che se diamo maggior peso all’irradiazione solare nei modelli, allora gran parte del riscaldamento del diciannovesimo e ventesimo secolo sarebbe spiegato unicamente dal sole”.
“C’è un piccolo problema con il regresso dei ghiacciai tropicali. Sono diminuiti di molti negli ultimi 20 anni, eppure i dati indicano che le temperature non sono cresciute a questi livelli”.
“All’Università dell’East Anglia [importante centro di ricerca climatica legato all’IPCC] non ci dovrebbe essere qualcuno con un diverso punto di vista [sul tema: “le recenti estreme condizioni meteo sono dovute al riscaldamento globale”] – o per lo meno non un climatologo”.
“Non sono persuaso che valga la pena di cercare la verità se ciò danneggia le relazioni personali”.
“Phil, grazie per il tuo contributo – ti garantisco che non laveremo i panni sporchi in pubblico”.
“penso che il riscaldamento dovuto all’urbanizzazione dovrebbe essere più ridotto, ma non riesco a trovare un modo convincente di dirlo”.
“Abbiamo scoperto che l’effetto dell’urbanizzazione è piuttosto considerevole nelle aree che abbiamo analizzato…sfortunatamente i nostri commenti in materia sono stati rifiutati dall’IPCC”.
“Ci sono dei coglioni puntigliosi che hanno criticato i dati di Jones et al.: non li vogliamo qui in giro”.
“Il coglione a cui ti riferisci si chiama Gooderich e ha scoperto il riscaldamento urbano in tutte le aree californiane”.
“Abbiamo fatto ogni possibile sforzo statistico per usare dati che non tengano conto dell’effetto di urbanizzazione”
“Quel che Zwiers ha fatto porta ad una conclusione diversa rispetto a Caspar e Gene! Possiamo salvarci stando attenti alle parole che usiamo”
“Sono sicuro che anche tu sei d’accordo che l’articolo Mann/Jones era veramente patetico e non sarebbe mai dovuto essere pubblicato. Non voglio essere associato con quella “ricostruzione” di 2000 anni”
“Perché come si può criticare Crowley per aver espunto 40 anni di dati nel mezzo della sua calibrazione, quando noi stessi abbiamo tolto tutti i dati post-1960…”
“Non prendiamo abbastanza seriamente la responsabilità divina di prenderci cura della Terra…Si stima che 500 milioni di persone vedranno “L’Alba del giorno dopo”. Dobbiamo pregare che colgano il messaggio”.
“Il mio lavoro di direttore del centro nazionale di ricerca sul cambiamento climatico, un lavoro che mi richiede di tradurre in termini di ricerca ed azione la mia fede cristiana a proposito della cura (stewardship) del pianeta di Dio”.  
“È inconcepibile che i politici siano disposti a prendere decisioni che costeranno miliardi e miliardi per potersi adattare ai cambiamenti climatici regionali sulla base di modelli che non sanno neppure descrivere e simulare i processi che strutturano la variabilità climatica”.
“Ho gettato la spugna con Judith Curry già da un po’. Non so cosa stia pensando di fare, ma non sta aiutando la causa”.
“Una maniera per tutelarvi potrebbe essere quella di cancellare tutte le email ala fine del processo”.
“Ogni lavoro che abbiamo fatto nel passato grazie alle borse di ricerca che otteniamo dev’essere tenuto nascosto. Ne ho discusso in passato con il principale finanziatore (il dipartimento per l’energia degli Stati Uniti) e sono ben lieti di non pubblicare i dati originali della stazione di rilevamento”.
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Altre traduzioni: 

<1939> Thorne/MetO: Le osservazioni non mostrano alcun aumento delle temperature lungo la troposfera tropicale [il problema dell'hot spot troposferico], a meno che non si prendano in considerazione un singolo studio e un singolo approccio, trascurandone un mucchio di altri. Questo è davvero pericoloso. Dobbiamo comunicare l’incertezza ed essere onesti. Phil [Jones?], magari potremmo trovare il tempo di discuterne ulteriormente se necessario [...]
<3066> Thorne: Penso anche che la scienza sia stata manipolata a fini politici, cosa che potrebbe rivelarsi non troppo intelligente a lungo andare.
Wils: Che si fa se il climate change si rivela essere essenzialmente una oscillazione multidecadale? Probabilmente ci uccideranno [...]
<1485> Mann: La cosa importante è essere sicuri che stiano perdendo la battaglia delle pubbliche relazioni. Questo è lo scopo del sito [Real Climate].
<5111> Pollack: Ma sarà molto difficile far scomparire il Periodo Caldo Medioevale dalla Groenlandia.
<1790> Lorenzoni: Concordo con l’importanza degli eventi estremi come focus per l’opinione pubblica e governativa [...] ‘il climate change’ deve essere presente nella vita di tutti i giorni della gente. Deve essere loro ricordato che è un fenomeno che accade e si evolve in continuazione.
<2428> Ashton/co2.org: Avendone stabilito l’urgenza, la sfida politica è ora di trasfromarla da un argomento che riguarda i costi dei tagli alle emissioni – cattiva politica – a uno concernente il valore di un clima stabile – politica molto migliore [...] la cosa migliore da fare è raccontare la storia delle brusche variazioni in modo più vivido possibile.
<2267> Wilson: Sebbene sia d’accordo che i gas serra siano stati importanti nel 19° e 20° secolo (specialmente dal 1970), se ilpeso del forcing solare fosse stato maggiore nei modelli, certamente avrebbe diminuito la significatività dei gas serra. [...] Mi sembra che assegnando un peso maggiore alla radiazione solare nei modelli, la maggior parte del riscaldamento del 19° e 20° secolo può essere spiegato dal Sole.

http://daltonsminima.altervista.org/?p=17487
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"Ci risiamo. E questa volta il colpo potrebbe essere quello definitivo: almeno da un paio d’anni il partito di chi sostiene scientificamente fondata la teoria secondo cui il pianeta si sta scaldando per colpa dell’uomo aveva scelto toni meno catastrofisti, ma la nuova ondata di email di climatologi pubblicate sul Web due giorni fa potrebbe portare all’abbandono definitivo della vulgata catastrofista in favore di maggiore realismo. “Che si fa se il climate change si rivela essere essenzialmente una oscillazione multidecadale? Probabilmente ci uccideranno”, si chiede con schiettezza uno scienziato in una della email hackerate e finite in rete. Andiamo con ordine: due anni fa, alla vigilia del summit sul clima di Copenaghen che avrebbe dovuto salvare il mondo da distruzione certa, vennero pubblicati su Internet dati e scambi di email appartenenti agli scienziati del Centro ricerche sul clima dell’Università dell’East Anglia (tra i più attivi a sostenere l’origine antropica dei cambiamenti climatici). Da questi documenti emergeva un sistema di gestione dei dati e degli studi sul clima volto a far emergere soltanto una certa linea. Una apposita commissione di inchiesta ha stabilito che non risultavano manipolazioni dei dati, ma lo scandalo ha fatto aprire gli occhi a molti: la comunità scientifica non era affatto compattamente concorde sull’origine del riscaldamento globale, ma le voci non allineate venivano censurate in modo quasi sistematico.
La storia i lettori del Foglio la conoscono bene: Copenaghen fu un fallimento, così come i successivi summit, il “riscaldamento globale” diventò “cambiamenti climatici”, poi “sconvolgimenti climatici”. Il vaso era stato aperto, e sempre meno gente credeva alla storia di un pianeta surriscaldato, soprattutto di fronte a inverni rigidi (la spiegazione “se fa freddo è colpa del global warming” ha retto poco); gli studi pubblicati dall’Ipcc (il panel delle Nazioni Unite creato apposta per studiare il clima che cambia) sono diventati più controllati: dopo alcune magre figure (come la previsione smentita dello scioglimento dei ghiacciai dell’Himalaya entro il 2020), i portavoce del catastrofismo climatico hanno dovuto abbandonare la ribalta del palcoscenico accanto ad Al Gore.
Una settimana fa, nel silenzio generale, l’Ipcc ha pubblicato un report rivoluzionario, dati i toni a cui ci aveva abituato. Per la prima volta, infatti, ammette che i cambiamenti climatici hanno origine naturale e non per forza antropica, e che non ci sono evidenze del fatto che gli eventi climatici estremi siano causati dal riscaldamento globale. Inutile dire che la notizia non è stata data quasi da nessuno.
Due giorni fa, infine, lo scoppio del Climategate 2.0, con la pubblicazione di nuove email (la cui autenticità non è stata smentita dagli autori) già ripresa dai media britannici e americani e in Italia dal blog Climatemonitor: è vero che a una prima analisi non sembra ci sia nulla di nuovo, le lettere sono datate qualche anno fa. Ma tutte confermano il sistema usato da parte della comunità scientifica: tra noi si discute e ci si scanna, ma all’opinione pubblica e ai politici bisogna dare una sola versione, quella catastrofista. “Le osservazioni non mostrano alcun aumento delle temperature lungo la troposfera tropicale, a meno che non si prendano in considerazione un singolo studio e un singolo approccio, trascurandone un mucchio di altri. Questo è davvero pericoloso. Dobbiamo comunicare l’incertezza ed essere onesti”, scriveva qualche anno fa in una email lo scienziato Peter Thorne. Erano però ancora i tempi in cui bisognava raccontare che tutta la comunità scientifica era d’accordo, che ormai si era giunti alla certezza delle cause del global warming, e chi osava affermare il contrario era un “nazista”, come detto da Al Gore.
Lunedì prossimo a Durban comincia la diciassettesima conferenza sul clima, e c’è chi grida al complotto, ché pubblicare queste email pochi giorni prima è volere influenzare i negoziati. Curioso, perché è la stessa tattica usata dai “catastrofisti” fino a che il loro gioco non è stato scoperto. Ora dopo ora, dal malloppo di nuove email escono particolari che non sorprendono chi ha sempre denunciato il problema innanzitutto culturale alla base della frode ideologica sul clima che cambia per colpa nostra. In una email si legge: “Avendone stabilito l’urgenza, la sfida politica è ora di trasfomarla da un argomento che riguarda i costi dei tagli alle emissioni – cattiva politica – a uno concernente il valore di un clima stabile – politica molto migliore […] la cosa migliore da fare è raccontare la storia delle brusche variazioni in modo più vivido possibile”. Poca scienza, insomma. Ora che anche le priorità economiche e politiche globali sono cambiate, la speranza è che si cominci a parlare di “adattamento” al clima che cambia e non più di “mitigazione”. La realtà è più forte: lo dimostrano gli inglesi, che da anni strepitano di riscaldamento globale e hanno appena acquistato tonnellate di sale per affrontare un altro inverno che si annuncia freddissimo".
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