giovedì 20 ottobre 2011

L'innocenza del male - uno che voleva solo essere lasciato in pace




L’innocente sarà sempre puro ed incolpevole. Qualunque cosa faccia, è nel giusto.
Graham Greene

Meravigliarsi della mancanza di una coscienza colpevole negli altri, mentre si accetta la propria innocenza come un dato di fatto, riflette perfettamente una certa mentalità moderna.
J. Glenn Grey

Liberamente ispirato a “La Caduta” di Albert Camus, a “Un americano tranquillo” di Graham Greene e a “Memorie dal sottosuolo” di Fëdor Michailovič Dostoevskij.

“Un tempo c’era meno violenza e più solidarietà. La gente si aiutava, era creativa, non pretendeva che tutti la pensassero allo stesso modo come invece vogliono i Globalisti. Eravamo in armonia con la natura e non c’era crudeltà in noi, ma sollecitudine verso il prossimo e verso l’ambiente. Poi qualcosa è andato storto, sono arrivati sempre più forestieri e l’armonia è finita. Sono arrivati il conflitto, il crimine, la violenza e il disordine ed abbiamo dovuto far fronte comune contro la minaccia, costruendo muri e divisorie per fermare questa gente, per proteggerci dalle loro menzogne, dalla loro cattiveria, dalla loro maleducazione. Non abbiamo mai voluto fare del male a nessuno: è che le cose cambiavano e nessuno ha chiesto il nostro parere. Però la chiamavano democrazia, i politici!
La gente si chiedeva: perché proprio a noi? Ci abbiamo provato a tenerli a distanza, ma era come una marea, un fiume in piena che portava corruzione, violenza e falsità. Il nostro piccolo mondo tranquillo stava per essere devastato dalla loro negatività e così siamo stati costretti a prendere in mano la situazione e ripulire la comunità, restituirla alla sua innocenza. Eravamo fiduciosi che il bene alla fine avrebbe trionfato.
Nessuno di noi voleva che tutto si guastasse, che arrivassero qui persone crudeli ed egoiste, che imponessero il loro sistema di ingiustizia perpetua. Non penso che sia così difficile da capire. Lei crede forse che sia giusto consentire che le persone buone ed innocenti vengano distrutte dagli altri solo perché si ritiene che sia sbagliato usare la violenza per contrastarli? Allora bisognerebbe vietare a voi poliziotti di usare la forza contro i criminali, non crede? Combattere il crimine è forse sbagliato?
Se uno sceglie consapevolmente di arrecare danno ad un innocente, da quel momento in poi non è più innocente e ha meno valore di chi ancora lo è. A quel punto è doveroso esercitare il proprio diritto di combatterlo e punirlo e non si perderà un filo di innocenza nel farlo. Al contrario, sarebbe sbagliato non farlo. Lasciarsi sottomettere significa agevolare chi è dalla parte del torto. Dovevamo farlo. A volte, per ottenere ciò che si vuole, si deve fare l’opposto di ciò che si vorrebbe.
Se ci pensate, è normale amare gli innocenti ed odiare i malvagi. Se una cellula sana uccide una cellula malata, quello non è omicidio, è un atto di eroismo. È meglio prevenire che curare, evitare la metastasi con ogni mezzo. Se il bene non è libero di distruggere il male, le cose non cambieranno mai. Non c’è bisogno di violenza se il malvagio riconosce i suoi errori ed impara la lezione. Un sistema immunitario non può essere cattivo, però distrugge i nemici del corpo e chi non ha un sistema immunitario muore. Per vivere bisogna distruggere il male e questo non ci rende malvagi: uccidere dei batteri non ci trasforma in batteri; semmai il contrario.
Dunque, a ben guardare, ciò che rende malvagi è non distruggere il male. Di conseguenza non mi ritengo colpevole, mi reputo innocente. Abbiamo fatto quel che andava fatto: abbiamo difeso i confini della nostra comunità dagli invasori, proprio come fa il sistema immunitario. L’ordine ed il benessere di un organismo esigono separazioni, confini, distinzioni nette. Confusioni, mescolanze, ibridazioni non hanno mai apportato alcun beneficio, ma solo anarchia e patimenti. Contaminazione è quando prendi due cose che non dovrebbero stare assieme e le mischi. La salute di un essere umano e quella di una nazione richiedono purificazioni. La vita stessa si basa su questo processo. Per bere l’acqua di mare bisogna farla evaporare. Il mio fegato e i reni filtrano, purificano il mio corpo, che poi espelle le impurità. Non c’è ordine senza purificazione, non c’è vita senza di essa. Dunque se vogliamo più vita dobbiamo ottenere più purezza e bandire le contaminazioni. La contaminazione porta solo miseria, malattia e morte. Questo vale anche per la natura, per la morale e per la nostra comunità.
Siamo tutti separati e differenti e non vedo come la separazione possa essere una brutta cosa. Se non sei diverso da qualcun altro che senso ha cooperare? Però quando la diversità è dannosa, quando gli altri sono come una malattia altamente infettiva, bisogna agire con determinazione. Bisogna odiare il male ed amare l’innocenza: questa è la cosa giusta da fare e la menzogna non è mai innocente. Uccidere qualcuno che è malvagio e infetta una comunità è un atto innocente, è come asportare un tumore.
Il mondo purtroppo non tollera quest’odio buono, tollera solo l’odio cattivo, quello dei forti contro i deboli, quello di chi minaccia le nostre comunità. Solo una volta nella storia l’odio buono ha quasi trionfato ed è servito a migliorare un po’ le cose, purificando le persone e le nazioni e garantendo la pace. Sì, lei sa di cosa sto parlando. Purtroppo si sono lasciati prendere la mano ed il progetto è fallito, ma nessuno c’impedisce di sperare che prima o poi qualcuno raccolga quel testimone. L’odio aiuta la mente a ripulirsi dalle menzogne e dalla negatività, brucia tutto ciò che c’è di male, mantiene più sani, forti e giovani. L’odio va lasciato fluire, non lasciarlo fluire e trattenerlo significa commettere un crimine contro l’odio e contro il bene. Contro Dio!
Non puoi far scomparire i virus in un computer solo desiderandolo, devi studiarli, capire come tenerli lontani ed eliminarli. Chi dice che distruggere il male ti rende malvagio dice una scemenza. Se non lo distruggi ti convertirà, ti divorerà, ti distruggerà. Quindi, come ho già detto, non annientarlo è male. Uccidere unilateralmente un altro essere umano è un omicidio ed è un reato che andrebbe punito con la morte, ma uccidere per proteggere la propria comunità o per salvare il pianeta è un obbligo sociale ed un imperativo morale.
Non c’è vita senza la morte: ogni giorno, per vivere, distruggiamo la vita altrui. Mors tua vita mea, dicevano i Romani. Anche per noi era una questione di vita o di morte: la nostra comunità era minacciata da forze maligne, lo sapete bene anche voi. Era sull’orlo della disintegrazione, sommersa da una massa informe di forestieri, come cavallette venute a consumare lo sforzo di tutti questi anni di lavoro e sacrifici. Chi li aveva invitati? Dio non aveva fosse posto un suo angelo con una spada infuocata a guardia del Paradiso Terrestre? Noi siamo stati come quell’angelo, abbiamo impedito che si diffondesse la promiscuità sudicia e volgare che, altrove, è penetrata dappertutto senza trovare resistenza e dalla quale si ha il dovere di proteggersi.
Adesso siamo vittime di una persecuzione, della calunnia organizzata. Ci chiamano mostri, ma prima erano tutti d’accordo con noi e strillavano perché le cose non erano come sarebbero dovute essere. Ci chiamano peccatori, ma prima ci ammiravano e chiamavano così i nostri nemici comuni: come possiamo essere peccatori se abbiamo difeso la vera fede? Abbiamo agito secondo le più nobili aspirazioni ed inoppugnabili principi: perché ci condannano? Forse perché non avevano gli attributi per farlo loro? Ipocriti ed invidiosi!
Noi abbiamo la coscienza pulita e proviamo anche un certo orgoglio. Orgogliosi di uccidere? No, ma sapete come si dice: a mali estremi, estremi rimedi. Abbiamo scelto il male minore, un male necessario ed inevitabile e quando una cosa è necessaria non è né giusta né sbagliata: è come è.
E poi, è forse malvagio un fuoco o uno smottamento? Era malvagio il Dio dell’Antico Testamento, quando faceva massacrare i nemici di Israele? “E votarono allo sterminio tutto ciò che era nella città, passando a fil di spada uomini e donne, fanciulli e vecchi e persino buoi, pecore e asini” (Giosuè 6, 21). Fu proprio Dio in persona a volerlo: “Era infatti l'Eterno stesso che induriva il loro cuore perché facessero guerra contro Israele, affinché Israele li votasse allo sterminio senza usare alcuna pietà verso di loro, ma li annientasse come l'Eterno aveva comandato a Mosè” (Giosuè 11, 20). Noi siamo stati come una forza della natura, uno strumento della Provvidenza: non è stata una vera scelta, sono stati loro a forzarci la mano, sono stati loro a venire qui e a rovinare tutto, a pervertire la nostra Israele, con il loro cuore indurito.
Ciò che era giusto prima deve continuare ad esserlo anche adesso e per sempre. Non si può pensare di arrivare e mischiare le carte in tavola come se niente fosse. La nostra è la civiltà della fede, della sincerità, delle buone maniere, della rettitudine, della carità, dell’onore, della pietà. Siamo gente di sani principi, il fine era giusto e noi ci siamo sacrificati per evitare ad altri di doverlo fare. Se non fossimo stati noi l’avrebbe dovuto fare qualcun altro. Siamo capri espiatori, ma il nostro sacrificio non è stato vano: il messaggio è arrivato forte e chiaro ed abbiamo costretto tutti a pensare. Nessuno potrà mai più dare nulla per scontato ed altri prenderanno il nostro posto. Non ci ringrazieranno mai pubblicamente, ma non importa, perché sappiamo che molti in cuor loro lo stanno già facendo.
Siamo degli idealisti. L’abbiamo fatto per amore, perché amiamo la nostra comunità sopra ogni cosa e per questo i nostri principi morali sono così puri: il nostro più grande desiderio è che la nostra gente sia felice e la comunità resti virtuosa.
Volevamo solo essere felici ed essere lasciati in pace”.

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