lunedì 2 agosto 2010

"Contro i Miti Etnici" - Fattor & Fait, Edizioni Raetia



Introduzione

Questo lavoro è dedicato a tutti i cittadini e politici di buona volontà. Non solo dell’Alto Adige.

Vi hanno detto che senza le radici non si costruisce il futuro, che senza un’identità collettiva la vita non ha senso, che l’atto di togliere il crocifisso dai luoghi pubblici è un’offesa a ciascuno di voi, prima ancora che a Dio, che ognuno dovrebbe essere orgoglioso della propria patria/Heimat ed è tenuto ad amare la propria lingua. Tutto questo lo si deve fare a prescindere. Un po’ come le Tavole della Legge donate da Geova a Mosè sul Sinai: “Io sono il Signore, tuo Dio... Non avere altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine... Non ti prostrerai davanti a quelle cose...ecc.” I Comandamenti sono stati debitamente aggiornati e la loro osservanza è dovuta. È curioso che l’unico animale terrestre nato per essere libero abbia trascorso la sua storia escogitando ogni possibile mezzo e metodo per ingabbiarsi. Eppure, per noi umani, non esiste a questo mondo nulla di inevitabile, tranne la morte. Geni, ambienti familiari, culture, lingue, estrazione sociale, ecc. non programmano la nostra esistenza. È estremamente facile provarlo. Prendete i celebri gemelli siamesi Chang e Eng. Nati da una famiglia cinese che viveva nei pressi di Bangkok, vennero scorti da un medico inglese mentre facevano il bagno nel fiume. Impressionato e spaventato di fronte ad un essere umano duplice, il medico pagò famiglia e re del Siam (l’odierna Thailandia) per portarli con sé in patria. Tutti gli specialisti consultati riferirono che sarebbe stato impossibile separarli chirurgicamente senza causare la morte di almeno uno dei due, se non di entrambi. I due gemelli, dopo essere diventati due fenomeni da baraccone del circo Barnum, si ritirarono in una fattoria con le loro due mogli e 22 figli. Là terminarono i loro giorni. Il loro patrimonio genetico era pressoché identico, così come l’ambiente nel quale erano cresciuti, tuttavia le personalità di Chang e Eng non potevano essere più diverse. Chang, il più piccolo dei due, dominava quello di maggior statura, Eng, ed era estremamente umorale ed irascibile. Eng era invece di buon cuore, gioviale e tendenzialmente sottomesso. A causa di queste differenze una volta, da bambini, fecero a pugni e poi, da adulti, votarono per due candidati rivali. Chang alzava molto il gomito e questo incideva sulla salute di entrambi e la cosa peggiorò quando, nell’estate del 1870, ebbe un attacco di cuore che rese invalido sia lui sia Eng, anche se il cuore di quest’ultimo era sano. Circa 4 anni dopo Chang morì ed Eng, che era ancora sano come un pesce, rimase talmente sconvolto dall’evento da spegnersi due ore dopo.
Al di là dell’aneddoto, la biologia insegna che ogni organismo è un prodotto squisitamente unico dell’interazione dei geni con l’ambiente in ogni istante della vita di ciascuna persona. Per i genetisti di popolazione, se c’è da fare una suddivisione della specie umana, l’unica distinzione significativa è quella tra individui. Gli studi neurologici dimostrano che non esistono due cervelli che siano identici, neppure tra gemelli identici, perché le variazioni microscopiche di ogni cervello sono enormi. Analogamente, le impronte digitali dei gemelli omozigoti sono distinte ed individuali. Infine i linguisti hanno concluso che le parole e le frasi, nella loro struttura e significato, hanno una storia che varia a seconda dell’esperienza e del contesto di ciascuna persona. Insomma, l’evidenza empirica demolisce ogni tentativo di essenzializzare e negare la straordinaria diversità dell’umano nelle sue innumerevoli espressioni, cioè il suo fascino e bellezza.
Perciò chi vi dice che “è naturale questo” ed è “naturale quello” sbaglia. L’unica cosa “naturale” per un essere umano è quella di differenziarsi dagli altri, di maturare nei suoi modi e nei suoi tempi, di realizzarsi secondo le sue proprie attitudini, valori ed aspirazioni. Il resto sono superstizioni, un corredo di pregiudizi che si affermano su base etnica, religiosa, storica, culturale. Viaggiando e vivendo altrove molti hanno capito che si nasce in un luogo per puro caso, senza alcun merito, e che ognuno ha diritto ad un orizzonte aperto e non a uno rinchiuso nelle anguste valli dei desideri e bisogni psicologici delle generazioni precedenti.
La nostra intenzione non è quella di uniformare l’intero panorama identitario altoatesino. I movimenti identitari, di qualunque genere essi siano, sono sempre estremamente diversificati. Ci sono fanatici e bigotti in buona fede che alla fine si marginalizzano da soli e ci sono persone coscienziose ed assennate che si sforzano di andare incontro ad esigenze reali e legittime. Il nostro auspicio è che ciascun residente della provincia di Bolzano sia messo in condizione di essere libero di scegliere chi e che cosa vuole essere, libero di essere autentico, di non rinnegare se stesso, la sua coscienza, la sua integrità di individuo. Il nostro è un invito a guardarsi attorno con occhi nuovi, a sollecitare le proprie ed altrui riflessioni, a sognare e progettare un angolo di mondo in cui si possa essere liberi, autonomi e responsabili. Un luogo in cui la voce della tribù non sovrasti mai quella della coscienza.